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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 1

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Anno 2017, n.1                     EUMan ECE Newsletter                     Gennaio 2017

 

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Contiene: I - Editoriale commentatoII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

 

I - Editoriale commentato

Gennaio 2017 verrà certamente ricordato sul piano globale per la presa di servizio di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America: Trump ha subito mostrato che il mix di demagogia xenofoba e neo-isolazionismo propugnati in campagna elettorale non saranno azzerati dall’assunzione effettiva delle responsabilità presidenziali. E gli europei se ne tengano per avvertiti: la Presidenza USA accelererà il disimpegno sugli scacchieri di interesse europeo, appoggerà esplicitamente i brexiters e l’euroscetticismo, sfornerà dal centro del sistema mondiale un illusorio modello di “sovranismo” che i neo-sovranisti nostrani potranno promettere di applicare anche nelle loro minuscole e obsolete case nazionali.

Ma il mondo non si è fermato a causa di Trump e il fatto stesso che dall’Europa si seguano le vicende americane a volte con un’apprensione che sembra farci pensare di essere cittadini americani è molto significativo: ci rendiamo conto del fatto che le vicende del potere pubblico negli USA influiscono sulla storia del mondo – ma invece di prendere coscienza della necessità di costruire un potere pubblico di pari ordine di grandezza, un potere europeo, ci comportiamo come sudditi curiosi, indignati ma impotenti.

Eppure non solo il mondo, ma nemmeno l’Europa è ferma. Qualcosa bolle in pentola, e dipende molto dai cittadini determinare come ne uscirà… Perciò come editoriale di questo mese vi proponiamo il commento pubblicato il 29 gennaio da Fabio Masini (professore di storia del pensiero economico a Roma Tre nonché socio fondatore di CesUE) su Formiche.net:

“Si sono riuniti ieri per la seconda volta a Lisbona i Capi di Stato e di Governo di Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna, i paesi della sponda sud della UE, tutti appartenenti alla zona euro.

La dichiarazione sulla quale hanno trovato un accordo unanime riafferma il principio che occorre maggiore, non minore integrazione in Europa, che l’uscita dalla UE non è un opzione e che servono urgentemente passi ulteriori per completare l’unione bancaria entro la prima metà del 2017, rafforzare la dimensione della solidarietà economica sociale, arrivare ad una fiscalità europea, difenderci dal terrorismo, rilanciare le prospettive delle generazioni future creando posti di lavoro, etc.

È vero che si tratta di tutte cose che ieri apparivano scontate, ed oggi un po’ meno, visto l’andazzo generale. E che quindi fa piacere leggere.

Ma dove sta la notizia? Quale sarebbe il segnale, sempre più urgente, che cittadini e imprese aspettano da quasi dieci anni per indicare quale strategia si intende percorrere per raggiungere una maggiore integrazione in Europa? Quali impegni vengono assunti dai Capi di Stato e di Governo nei confronti dei propri cittadini? Quali passi intraprendere concretamente per arginare l’euroscetticismo e l’impasse nella governance economica e politica dell’Unione? Come creare posti di lavoro, rilanciare la crescita, aumentare la coesione sociale, difenderci dalle minacce terroristiche?

Di questi argomenti concreti, cruciali per i cittadini europei, che ormai si sono scocciati delle prese di posizione fini a sé stesse, non c’è traccia nel documento.

Eppure non era così difficile: potevano concludere la dichiarazione lanciando una cooperazione rafforzata nel campo del completamento dell’Unione economica e monetaria, con la proposta di un Tesoro federale europeo, mettendo così sotto pressione la Germania e la sua area d’influenza. Potevano spiegare che solo una procedura costituente può riscrivere seriamente il modo in cui la Ue funziona, in cui vengono assunte le decisioni, per dare efficacia e legittimità democratica alla governance dell’eurozona e della UE. Avrebbero potuto pure minacciare gesti clamorosi, tipo rivolgersi ad un diverso processo d’integrazione magari rivolto al bacino del Mediterraneo, se gli altri paesi non mostreranno serie intenzioni di procedere oltre questa integrazione europea debole.

E invece nulla; semplicemente un bel documento d’intenti. Proprio quello di cui si sentiva il bisogno per rassicurare i cittadini, per invertire le aspettative delle imprese e riprendere ad investire, per garantire solidarietà e difesa dello stato sociale.

Forse non è sufficientemente chiaro. La Brexit, l’elezione di Trump che in una settimana ha smantellato tutto l’apparato di relazioni internazionali faticosamente costruito negli anni passati, la crisi dell’eurozona, le problematiche che investono la UE hanno inserito nel processo d’integrazione europea un maledetto Fattore Tempo. O si procede rapidamente verso una soluzione integrata dei problemi dei cittadini europei, costruendo una democrazia sovranazionale capace di agire, o l’Europa si troverà ad affrontare anni terribili, schiacciata dal proprio peso di gigante dai piedi d’argilla e dalle potenze limitrofe, condannata alla marginalizzazione ed alla frammentazione crescente.

Le dichiarazioni generiche, per quanto nella giusta direzione e sicuramente animate da buoni intenti, non servono a nulla e a nessuno. Non mettono pressione su chi è recalcitrante, non convincono i cittadini che devono andare a votare, non costituiscono un impegno politico. Solo con i fatti si smuovono i processi storici. E finora, di fatti, se ne continuano a vedere davvero pochi, in Europa.”

(http://formiche.net/2017/01/29/la-dichiarazione-di-lisbona/ - seguite il blog di Fabio Masini su Formiche.net!)

 

II - Le nostre iniziative

Vi ricordiamo che RAI Cultura è partner di EUMAN e all’indirizzo www.raiscuola.rai.it/euman/ e tramite i profili social network dà notizia delle nostre iniziative.

A gennaio 2017 si sono svolte:

12 gennaio, conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Sardegna presso la Mediateca del Mediterraneo di Cagliari a cura di Valentina Usai in collaborazione con lo Europe Direct Sardegna.

18 gennaio, conferenza presso il Liceo Da Vinci-Pascoli di Gallarate (VA) nell’ambito dello European Parliament Ambassador Schools programme (http://www.europarl.it/it/succede_pe/calendario_eventi/attivita_2015/iniziative_giovani/scuola_a mbasciatrice_pe.html).

20 gennaio, “Capire i fenomeni migratori contemporanei”, seconda conferenza di approfondimento presso il Liceo Candiani (Busto Arsizio, VA) nell’ambito del percorso formativo “Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa” (slides della conferenza e altri materiali disponibili qui).

24 gennaio, conferenza presso lo IIS De Nicola di Sesto San Giovanni (MI) nell’ambito dello European Parliament Ambassador Schools programme.

25 gennaio, conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Molise e Basilicata presso la Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso a cura di Tommaso Visone in collaborazione con Comune, Provincia e il Liceo Galanti di Campobasso.

31 gennaio, conferenza presso il Liceo Tenca di Milano nell’ambito dello European Parliament Ambassador Schools programme.

 

III - Per approfondire:  focus sullo EU immigration portal

La Commissione europea ha creato un portale rivolto ai cittadini non UE che intendono emigrare verso l’Unione Europea (http://ec.europa.eu/immigration/). Il portale è disponibile nelle principali lingue veicolari delle popolazioni da cui proviene la maggioranza degli immigrati odierni: arabo, francese, spagnolo, portoghese, e naturalmente inglese. Ma che utilità può avere uno strumento di informazione online, orientato a favorire l’immigrazione “legale”, di fronte a masse di persone che scappano dal loro luogo di nascita per paura o disperazione? La risposta, che a prima vista potrebbe sembrarci inattesa, è che l’utilità è elevata: sia perché dobbiamo toglierci dalla testa il pregiudizio che associa tecnologie del digitale a “paesi sviluppati” o che dissocia la nostra idea di migrante da qualunque varietà di mezzi tecnologici legati al digitale, sia anche perché tra l’Unione Europea e il singolo migrante esiste una serie di attori collettivi intermedi (associazioni non governative, istituzioni, forme di autoorganizzazione di gruppo ma anche ovviamente reti criminali di traffico umano etc.) nei confronti dei quali il portale comunica informazioni (per le reti criminali: avvertimenti) essenziali.Il portale è peraltro molto interessante anche per un cittadino europeo, perché non solo fornisce le informazioni essenziali su come sono gestiti i flussi migratori verso l’Europa ma lo fa nell’ottica di chi deve/vuole arrivare.

Il portale è organizzato in quattro aree tematiche:

  • Di cosa ho bisogno prima di partire? Chi naviga rimane un po’ spaesato accedendo a questa area perché vi trova semplicemente una carta dell’Unione Europea. Dopo il primo stupore, la logica appare immediatamente chiara: la risposta alla domanda dipende dal singolo Stato membro UE verso cui si vuole viaggiare! Ovvero, non esiste una risposta unica all’interno dell’Unione, dipende dalle legislazioni nazionali. Nella cartina i paesi sono infatti selezionabili: selezionando ad esempio l’Italia troviamo le tipologie di immigrati corrispondenti a specifici requisiti normativi nazionali e così per ogni paese;
  • Che cosa devo evitare? Questa seconda area tematica trova invece una risposta europea unitaria: come si entra nell’Unione Europea legalmente, quali rischi e quali diritti esistono per chi prova a entrare illegalmente, quali fenomeni criminali ruotano attorno ai flussi migratori e come vengono trattati all’interno dell’Unione Europea.
  • Chi fa che cosa? è invece un’area tematica che si gioca inevitabilmente tanto sul livello nazionale quanto su quello europeo. Qui si trovano chiariti i ruoli specifici dell’Unione Europea rispetto a quelli svolti dagli Stati nazionali (secondo le competenze conferite alla prima dai secondi, non dimentichiamocelo mai!) ma anche le linee di sviluppo di una politica migratoria dell’Unione che si sta rapidamente evolvendo.
  • La quarta ed ultima area tematica è un utile motore di ricerca di contatti locali specifici di associazioni ed enti che si occupano di immigrazione e che possono fornire informazioni, supporto, consulenza su casi specifici e individuali.

Da un punto di vista didattico questo portale (che comporta peraltro l’esercizio di competenze linguistiche in inglese o una delle altre lingue disponibili) fornisce un ottimo spunto per un’attività che stimola ad immedesimarsi nel punto di vista altrui – chi desidera entrare o è costretto a fuggire verso l’UE – per acquisire conoscenze che parrebbero altrimenti fredde e tecniche nel comodo punto di vista di chi è già qui. Provate ad esempio a distribuire ciascuna delle tre principali aree tematiche a un gruppo di studenti, chiedete loro di mettersi nei panni di chi le fruisce perché ne ha un bisogno urgente e concreto (a ciascun gruppo un bisogno specifico: rifugio da pericolo di morte e persecuzione, fuga da una guerra civile, desiderio di sicurezza economico-sociale) e di inscenare davanti ai compagni una discussione di gruppo in cui le informazioni trovate diventano oggetto di dialogo per programmare il viaggio. Starà poi a voi e al gruppo classe nel suo complesso estrapolare quali di queste informazioni vale la pena sottolineare come particolarmente importanti in un’ottica di educazione alla cittadinanza attiva europea.

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