It is time for European unity not national division.

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FOR A EUROPEAN CONSTITUENT MOMENT

 

Appeal to the European Council to call a Convention to reform the EU

 

All European citizens are invited to sign this appeal that just in a few days of confidential circulation was signed by more than 150 personalities from academia, civil society, business community, of different political views and from all over the EU, and even outside, some of them with institutional experience.

 

Read and sign the appeal

 


Intervista all'On. Sandro Gozi per il lancio della...
Quale riforma dell’UE? - RiformE locandina Quale riforma dellUE RiformE

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2016, 2

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Anno 2017, n.2                     EUMan ECE Newsletter                     Novembre 2016

 

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Contiene: I - Editoriale commentatoII - Le nostre iniziative;

 

I - Editoriale

Trump Presidente: e adesso?

di Roberto Castaldi

Donald Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America, dopo una delle campagne elettorali più divisive e volgari che si ricordino. Le borse del mondo hanno accolto la notizia con forti cali. Come con la Brexit, i sondaggi e le borse non avevano saputo prevedere l’esito finale, preferendo adagiarsi nel “wishful thinking”, ovvero nel confondere i propri desiderata con la realtà.

Il problema vero è che nessuno sa cosa succederà adesso. Trump ha detto tutto e il contrario di tutto durante la campagna elettorale. Ha insultato praticamente tutti gli alleati americani e strizzato l’occhio alla Russia di Putin. Non ha una storia politica pregressa che possa aiutare a capirne il vero pensiero. A parte il taglio delle tasse per i miliardari – cioè anche per se stesso – non si sa davvero quali potranno essere le sue politiche. Il mondo è interessato soprattutto alla politica economica, estera e ambientale degli USA, che hanno necessariamente un impatto globale.

Saranno decisivi gli uomini (e le donne?) di cui Trump si circonderà, e il grado di influenza che il Partito Repubblicano potrà esercitare sulla nuova Amministrazione. Probabilmente sarà limitato, poiché gran parte dei maggiorenti repubblicani si è schierata contro Trump, che ha promesso di azzerare completamente la classe dirigente di Washington. Sarà forse il più grande test per il sistema dei “checks and balances” creato dai padri fondatori per evitare derive autoritarie. Trump avrà di fronte un Congresso in cui i Repubblicani controlleranno sia la Camera dei Rappresentanti che il Senato, e dovrà nominare il giudice mancante della Corte Suprema – dove attualmente sono in egual numero i giudici liberal e quelli conservatori - garantendo anche nella massima istituzione di garanzia una maggioranza conservatrice e repubblicana.

Per il mondo e l’Europa si apre una fase molto incerta e pericolosa. Durante la Presidenza di George W. Bush la maggioranza degli europei pensava che il Paese che costituiva il maggior pericolo per la pace e la sicurezza nel mondo fossero gli USA! È possibile che lo stesso accada per i prossimi 4 anni, ma con una differenza fondamentale. Allora gli europei criticavano una politica estera troppo assertiva in un contesto che non presentava per gli europei sfide fondamentali sul piano della sicurezza. Oggi gli europei sono accerchiati da focolai di tensione e le prese di posizione di Trump al riguardo indicano che gli USA non muoveranno un dito. L’indipendenza dei Paesi baltici, membri dell’UE, il cui spazio aereo viene ripetutamente violato da aerei militari russi negli ultimi mesi, dovrà essere garantita dagli europei. La disponibilità della Russia ad usare la forza è sotto gli occhi di tutti: dall’annessione della Crimea, alla guerra in Ucraina, all’intervento in Siria a sostegno di Assad. La stabilizzazione di Turchia, Medio Oriente e Nord Africa – da cui dipende il controllo e la riduzione dei flussi di rifugiati e il contenimento del terrorismo islamico – sarà un nostro problema. La NATO servirà come luogo di incontro in cui gli americani chiederanno agli europei di spendere di più per la difesa e prendersi le proprie responsabilità. È importante dunque che gli europei accelerino sull’integrazione sul piano della difesa, e creino rapidamente il centro di comando unificato – ma non a Bruxelles, dove sarebbe fagocitato dalla NATO, bensì a Strasburgo, al posto della seconda sede del Parlamento Europeo, che tutti vorrebbero abolire, scontrandosi finora con il veto francese. I Paesi dell’UE nel loro insieme hanno la 2° spesa militare del mondo, grosso modo analoga alla Cina e maggiore della Russia, ma con una capacità minima. Una difesa europea unificata permetterebbe enormi economie di scala e specializzazioni e aumenterebbe notevolmente la nostra capacità di affrontare le drammmatiche sfide sul piano della sicurezza, anche con lo stesso livello di spesa militare.

In Asia non c’è un sistema di sicurezza collettiva, e una Presidenza Trump potrebbe portare al riarmo di Giappone e Corea del Sud – sempre più insicure rispetto all’effettività della garanzia americana sulla loro sicurezza in un contesto sempre più volatile - e una possibile corsa agli armamenti in tutto l’estremo oriente. Questo contribuirà ad accelerare ulteriormente l’ascesa militare della Cina, che continua ad avere contenziosi territoriali con i propri vicini e ad aumentare le sue spese militari, anche in vista di un potenziale ruolo egemonico a livello mondiale.

Gli accordi sul clima e gli accordi commerciali firmati dagli USA di recente rischiano di non essere ratificati, con gravi ripercussioni sulla lotta ai cambiamenti climatici e sull’economia mondiale. Si allontana la prospettiva di un rafforzamento della governance globale, e delle istituzioni internazionali multilaterali, ovvero del tentativo di affrontare i maggiori problemi globali in forma cooperativa e di tentare di fornire alcuni beni pubblici mondiali come appunto il commercio, una migliore regolamentazione della finanza, la sicurezza e la stabilità dell'ordine mondiale, e la lotta al cambiamento climatico. Le opzioni preferite da Trump sembrano quella tipiche della realpolitik: duro confronto ed eventualmente accordi bi-laterali con le maggiori grandi potenze anche a scapito dei propri alleati minori; utilizzo dell'egemonia militare per ridurre i costi sugli altri dossier, da scaricare sul resto del mondo. Rischia di essere un mondo più ottocentesco, ma senza un ruolo centrale per gli europei, e con rischi di proliferazione nucleare e terrorismo che allora non c’erano e il cui principale bersaglio potenziale è proprio l’Europa.

Sul piano politico la vittoria di Trump, dopo la Brexit, contribuisce a gonfiare le vele del nazionalismo in salsa populista. Le pulsioni alla chiusura nella nostra società sono assai simili a quelle che dopo la Prima Guerra Mondiale portarono a regimi fascisti in vari Paesi europei. Protagonista la piccola borghesia – la mitica classe media - impaurita nella morsa tra il divario crescente con la grande borghesia da un lato (oggi la finanza) e il proletariato in ascesa dall’altro (oggi i migranti), che metteva in questione il ruolo di quella classe nella società. La sfida tra società aperta e pulsioni alla chiusura – che in situazioni estreme, con gravi minacce sul piano della difesa o guerre possono sfociare nelle peggiori violazioni dei diritti umani che la storia ricordi, come avvenuto con l’Olocausto – si combatte oggi in Europa.

Da un lato c’è una proposta politica aggressiva fondata su ricette tanto semplici quanto illusorie, che cavalca le paure e i timori della gente e promette un cambiamento radicale. Dall’altro una classe politica ancora arroccata a difesa del potere nazionale e quindi di uno status quo insoddisfacente non in grado di affrontare le grandi sfide sul piano economico e della sicurezza. Le forze che hanno a cuore il progetto della Modernità - fondato sul tentativo di coniugare laicità, liberalismo, democrazia e socialismo - hanno un disperato bisogno di un progetto unificante, di una prospettiva di cambiamento costruttiva e ragionevole, che possa ridare speranza e futuro alla nostra società.

Il fatto che i giovani siano i più favorevoli all’integrazione europea è già un’indicazione di quale possa essere l’unico progetto credibile per arginare i nazionalismi populisti e salvare democrazia e società aperta. Dopo la Brexit e Trump serve un colpo d'ala delle leadership politiche europee. Renzi è oggi concentrato sul referendum e la vittoria di Trump sarà usata da Salvini e altri contro di lui. La ripresa dell'iniziativa sul piano europeo, nel solco dell'incontro di Ventotene e della prospettiva federalista di Spinelli, potrebbe contribuire ad affrontare la nuova situazione internazionale, ma anche a rafforzarne la credibilità personale agli occhi dei cittadini preoccupati dai risultati delle elezioni americane

 

II - Le nostre iniziative

RAI Cultura è partner di EUMAN e ha aperto apposita pagina sul sito di Rai Scuola:  www.raiscuola.rai.it/euman/

Il progetto EUMAN si svolge lungo due assi principali: la sperimentazione di un’esperienza formativa dal valore professionalizzante e un concorso creativo nazionale. In entrambi i casi i principali beneficiari sono gli studenti dei Licei Artistici, Musicali e Coreutici italiani, ma anche gli studenti di altri indirizzi di scuola secondaria di secondo grado possono partecipare. Le attività sono concepite in modo da stimolare al massimo la partecipazione attiva e l’unione di abilità specifiche in campo artisitico, musicale, coreutico, oratorio con l’acquisizione di conoscenze e competenze concernenti l’Unione Europea, la cittadinanza attiva multilivello, i processi storicosociali contemporanei. Il sito del progetto riporta informazioni sulle attività via via in svolgimento. Sono state già realizzate o verranno realizzate a breve:

Lunedì 14 novembre 2016, Sala Tramogge dei Molini Marzoli, Busto Arsizio (VA): Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa - conferenza di lancio.

Lunedì 28 novembre 2016, Liceo Candiani (Busto Arsizio, VA): provini di selezione per strumentisti, cantanti e attori coinvolti nel percorso formativo volto alla messa in scena di "Europa: che Passione!" da parte degli studenti. Locandina e info qui.

Martedì 29 novembre 2016, Auditorium Severi-Correnti, Via Alcuino 4 Milano: prima delle 20 conferenze regionali di lancio del concorso con approfondimento delle tematiche da affrontare. Il programma è visionabile qui.

 

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2016, 3

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Anno 2017, n.3                     EUMan ECE Newsletter                     Dicembre 2016

 

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Contiene: I - Editoriale commentatoII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

 

I - Editoriale commentato

          Dicembre 2016: tempo di bilanci e previsioni secondo un’abitudine consolidata in tutti i mezzi di informazione, ma i temi possibili per il nostro editoriale sarebbero numerosi già solo guardando alla cronaca degli ultimi giorni del mese. Ai mercatini di Natale di Berlino e poi nell’immediata periferia di Milano si è consumata l’ennesima vicenda che induce a collegare terrorismo, integrazione europea e flussi migratori: i dibattiti politici nazionali e i mass media fanno prevalere la versione semplicistica e denigratoria di tale collegamento, come se l’atto terroristico fosse stato propiziato dalla libertà di circolazione e non dall’assenza di una politica unica di sicurezza interna, dal rispetto dei diritti umani nei confronti dei disperati migranti che cercano di raggiungere l’Europa e non dalle ragioni che li spingono a fuggire dai loro paesi, da puro e immotivato odio ideologico e non dall’humus storico-sociale che rende possibile la diffusione di questo odio e di cui l’Europa porta non poche responsabilità… D’altronde non sono questi i temi che promettono di dominare le fondamentali campagne elettorali che nel 2017 cambieranno in ogni caso profondamente la faccia politica dell’Europa? La Francia tra fine aprile e inizio maggio, la Germania a settembre, oltre ad essere i paesi più grandi della UE e dell’Eurozona sono i due paesi maggiormente segnati dalla questione migratoria e dai connessi problemi di sicurezza.

           Un’altra questione invece tenderà a dividere le due rispettive campagne elettoriali: la crisi economica, quella i cui effetti catastrofici sono stati sopiti dall’intervento della BCE di Mario Draghi nella speranza che nel frattempo la classe politica europea affrontasse le contraddizioni istituzionali alla base del suo ostinato perdurare… Sono passati ormai quasi dieci anni da quando si sono manifestate le prime avvisaglie del “prologo” americano e finanziario alla crisi che è ormai esclusivamente e nostranamente europea - anzi, dell’Europa “del Sud”. La Francia ne fa pienamente parte, e i temi economici legati alla crisi peseranno di certo in una campagna che vede in presunta ascesa il neo-nazionalismo del Front National. La Germania invece, come è noto, si trova in una situazione di vantaggio che rende difficile ai cittadini tedeschi il compito di immedesimarsi nel punto di vista dei compatrioti europei in affanno - ancor più difficile per la loro classe politica assumere posizioni che lo consentano. Non paga elettoralmente.

          Che dire in tutto questo dell’Italia, priva di un governo che possa farsi forte di una piena legittimazione politica e ora confrontata a una rischiosa degenerazione della credibilità del proprio sistema bancario? Eppure proprio Roma celebrerà il sessantesimo anniversario dalla firma dei Trattati che diedero vita al mercato comune il prossimo 25 marzo: un’occasione in cui i capi di Stato e di governo di tutti gli stati membri della UE si riuniranno per pronunciarsi anche sul futuro di un’unione sempre più necessaria sotto ogni punto di vista ma sempre più messa in questione senza alternative costruttive allo stadio attuale. Una unione che avrebbe bisogno dello spirito con cui Hans Tietmayer, deceduto proprio in questi giorni (fu tra i padri dell’Euro e uno dei principali attori della politica economica e monetaria della Germania tra anni ’70 e ’90), impose nella prima riunione del Consiglio direttivo della BCE (1998) di cambiare la distribuzione dei posti a sedere dalla logica dell’ordine alfabetico per le iniziali dei paesi di appartenenza a quella dell’ordine alfabetico per le iniziali dei cognomi dei membri del Consiglio: il loro compito, infatti, è di agire nell’ottica e nell’interesse europeo, non di rappresentare interessi nazionali.

          E in fondo sono differenze procedurali come questa (piccole come l’ordine dei posti a sedere in una istituzione o grandi come le regole di voto e gli iter decisionali sanciti dai Trattati) a celare il senso e le potenzialità rivoluzionarie dell’unità europea. Ce lo spiega bene un articolo uscito proprio il 28 dicembre sul Sole 24 Ore a firma di Sergio Fabbrini, docente della LUISS Guido Carli di Roma: ne consigliamo vivamente la lettura per avere un’idea sintetica delle vicissitudini che abbiamo attraversato nel 2016 e di quelle che ci attendono nel 2017…

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-12-29/un-metodo-separare-e-federare-leuropa-071243.shtml?uuid=ADilkpLC

 

II - Le nostre iniziative

Vi ricordiamo che RAI Cultura è partner di EUMAN e all’indirizzo www.raiscuola.rai.it/euman/ e tramite i profili social network dà notizia delle nostre iniziative.

A dicembre 2016 si sono svolte:

Lunedì 12 dicembre 2016, “L’Unione Europea questa sconosciuta”, prima conferenza di approfondimento presso il Liceo Candiani (Busto Arsizio, VA) nell’ambito del percorso formativo “Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa” (slides della conferenza disponibili qui).

Lunedì 12 dicembre 2016, nel pomeriggio si sono svolti i primi incontri specifici dei formatori di CesUE, nell’ambito del medesimo percorso formativo, con gli studenti selezionati per il gruppo “canto” e per il gruppo “recitazione”.

Venerdì 16 dicembre 2016,conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” nelle Marche presso il Liceo scientifico e musicale G. Marconi a cura di Federica Martiny.

Sabato 17 dicembre 2016, conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Abruzzo presso lo Europe Direct di Pescara a cura di Federica Martiny.

Martedì 20 dicembre 2016,conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Toscana presso il Liceo artistico GB Alberti a cura di Roberto Castaldi.

Venerdì 23 dicembre, secondo incontro del gruppo “canto”

A gennaio 2016 sono in programma le conferenze di lancio di It’s EUMAN! in: Sardegna (Cagliari, Mediateca del Mediterraneo), Lazio (Roma, Liceo E. Rossi), Sicilia (Catania), Puglia (Bari), Molise (Campobasso, Europe Direct).

 

III - Per approfondire:  focus sul sito del Parlamento Europeo

Il Parlamento europeo offre tramite il suo sito web (http://www.europarl.europa.eu/) un ottimo servizio di informazione sul proprio funzionamento e le proprie attività. Su istituzioni e politiche della Unione Europea, incluse diverse aree specifiche di intervento (politiche settoriali), esistono “note sintetiche” (disponibili in 23 lingue e aggiornate regolarmente durante l’anno) che fanno la storia e il punto d’attualità sulle azioni UE rendendo anche esplicita la particolare posizione del Parlamento rispetto ad esse.

Per capire ad esempio quali acquisizioni e quali limiti caratterizzano la gestione delle frontiene esterne all’area Schengen leggete la nota:

  • sulla Gestione delle frontiene esterne (a c. Kristiina Milt), che fa il punto sui Sistemi di informazione condivisa (ancora troppo scarsamente utilizzati e sviluppati) e su FRONTEX;
  • sulla Politica di asilo (Sarah Sy), che va nel dettaglio dei pacchetti di proposta legislativa della Commissione nel 2016 (si tratta di uno degli obiettivi della priorità “Migration”),
  • sulla Politica d’immigrazione (Céline Chateau e Rosa Raffaelli), che fa il punto sulle competenze dell’UE in materia ed evidenzia come le “questioni emergenziali” esulino ancora dai poteri del Parlamento europeo (sono gestite dagli organi rappresentativi degli Stati nazionali).

Ma le politiche settoriali attuate nella prospettiva interna alla UE non bastano a comprendere il complesso fenomeno delle migrazioni verso la UE, ed è interessante notare che resta a carico del cittadino ricostruire i vari pezzi del puzzle. Allo scopo, si consiglia la lettura di altre note sintetiche:

Vanno infine tenute in massima considerazione le note su:

  • la Politica estera (Wanda Troszczynska-van Genderen e Jérôme Legrand). Qui la nota si sforza di dare rilievo al ruolo del Parlamento ma ottiene l’effetto opposto: se il Parlamento avesse parità di poteri con il Consiglio dell’UE, non sarebbe necessario esaltarne il ruolo. La nota rende invece particolarmente evidenti i forti limiti ai suoi poteri (svolgendo puro ruolo consultivo sui contenuti delle politiche, viene ampiamente neutralizzata la parità di poteri con i rappresentanti degli Stati nazionali - Consiglio dell’UE - in merito all’approvazione del bilancio) e, di conseguenza, i limiti alla implementazione stessa di politiche di portata europea che pure vengono delineate con chiarezza dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (che è anche Vicepresidente della Commissione);
  • la Politica di sicurezza e di difesa comune (Jérôme Legrand e Rick Kruijs) rende ancor più evidenti i limiti sopra evidenziati per la politica estera (potere decisionale in mano esclusivamente agli organi rappresentativi degli Stati nazionali), sottolineando al contempo quanto questi settori siano in rapida evoluzione a seguito del deterioramento delle condizioni esterne e interne di sicurezza nell’ultimo biennio. Parleremo nei prossimi numeri della newsletter della Strategia Globale dell’UE presentata dall’Alto rappresentante Mogherini nel 2016.

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 2

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Anno 2017, n.2                     EUMan ECE Newsletter                     Febbraio 2017

 

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Contiene: I - EditorialeII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

 

I - Editoriale: l’appello degli intellettuali europei, dal blog di Roberto Castaldi

 

Gli intellettuali europei chiedono un governo europeo e invitano i cittadini a Roma

Oltre 300 intellettuali e personalità della cultura europea hanno firmato un Appello che chiede di rilanciare l’integrazione europea su basi sempre più democratiche, con un vero governo europeo responsabile di fronte ai cittadini, rafforzando le competenze e i poteri dell’Unione Europea in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, ed economica e sociale. Nessuno Stato membro da solo può affrontare le sfide delle guerre civili e delle crisi geopolitiche tutto intorno all’Europa, né far fronte ai flussi migratori, né rilanciare l’economia e l’occupazione. In un mondo globale gli europei possono difendere i propri interessi e valori soltanto insieme. Non si tratta di cedere sovranità all’Europa, ma di recuperare a livello europeo una sovranità che a livello nazionale è solo una parola vuota.

L’Appello fa proposte concrete e specifiche, invita il Parlamento europeo a prendere l’iniziativa per una profonda riforma dell’Unione, e i governi ad approvarla, avviando il percorso di rilancio in occasione del Consiglio europeo che si terrà a Roma il prossimo 25 marzo in occasione delle celebrazioni dei 60 anni dei Trattati di Roma, che istituirono la Comunità Economica Europea e l’Euratom. Soprattutto invitano la società civile, i giovani, il mondo del lavoro, dell’impresa, dell’accademia, i governi locali, le cittadini ed i cittadini europei a mobilitarsi e partecipare alla Marcia per l’Europa, che si terrà a Roma il 25 marzo per dare ai leader politici europei il coraggio di andare avanti verso il futuro. L’Appello viene pubblicato oggi da molti dei maggiori quotidiani europei ed è disponibile in diverse lingue e aperto all’adesione delle cittadine e dei cittadini europei sul sito della Marcia per l'Europa insieme alla lista delle personalità aderenti. Da sottolineare la presenza di intellettuali, accademici, direttori di think tanks e associazioni di diverso orientamento politico, ma che condividono la consapevolezza della necessità di rilanciare il processo di unificazione europea.

Per parte mia, auspico che quante più persone possibili aderiscano all'Appello, partecipino alla Marcia per l'Europa, e contribuiscano al tentativo di dare una risposta adeguata alle drammatiche sfide che ci troviamo di fronte. Perché è evidente come l'Unione attuale sia inadeguata, ma anche che la sua riforma e il suo rilancio siano l'unica speranza e possibilità per garantire la sicurezza e il benessere degli europei nel mondo globale.

Roberto Castaldi - http://castaldi.blogautore.espresso.repubblica.it/

 

II - Le nostre iniziative

Vi ricordiamo che RAI Cultura è partner di EUMAN e all’indirizzo www.raiscuola.rai.it/euman/ e tramite i profili social network dà notizia delle nostre iniziative.

A febbraio 2017 si sono svolte:

6 febbraio, primo incontro nel percorso di preparazione degli studenti che gestiranno il dibattito della Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa a Busto Arsizio (28 aprile 2017).

14 febbraio, Giornata di Consapevolezza Europea a Lisbona, Teatro Tivoli, con oltre 500 partecipanti e “Europa: que Paixão! História de um amor atormentado”.

22 febbraio, Giornata di Consapevolezza Europea a Roma, Teatro Olimpico, con 1000 partecipanti e “Europa: che Passione! Storia di un amore tormentato”

26 febbraio, primo incontro (a Opera (MI)) nel percorso di preparazione degli studenti che realizzeranno le coreografie per “Europa: che Passione!” nella Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa a Busto Arsizio.

27 febbraio, secondo incontro nel percorso di preparazione degli studenti che gestiranno il dibattito (Busto Arsizio).

A marzo sono in programma le conferenze It’s EUMAN a: Genova (2 marzo), Bari (4 marzo), Roma(7 marzo), Bologna (9 marzo), Venezia (27 marzo).

Il 25 marzo appuntamento a Roma per le manifestazioni legate ai 60 anni dalla firma dei Trattati che diedero vita alla Comunità Economica Europea e alla Comunità Europea dell’Energia Atomica:  www.marchforeurope2017.eu.

 

III - Per approfondire: focus sulla Direzione Generale Migration and Home Affairs della Commissione europea

Da un punto di vista operativo la Commissione europea è strutturata in Direzioni Generali, ciascuna facente capo a un Direttore Generale e dedicate a una delle “politiche” o aree di intervento legislativo o esecutivo della Commissione. I Direttori Generali sono il massimo gradocui può aspirare la carriera di un impiegato pubblico nell’ambito delle istituzioni europee. I Direttori rispondono dell’operato della macchina amministrativa cui fanno capo ai relativi Commissari che ne portano la responsabilità politica. Con la Commissione presieduta dall’ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, la distribuzione delle aree di intervento all’interno del collegio dei Commissari e di conseguenza quella delle Direzioni Generali è stata razionalizzata e orientate a favore di specifici obiettivi d’azione.

In questo quadro ci interessa naturalmente da vicino la Direzione Generale denominata “Migration and Home Affairs” (Migrazione e Affari Interni: https://ec.europa.eu homeaffairs/index_en). Il sito della DG in questione fornisce informazioni di dettaglio sulla macchina amministrativa che la fa funzionare, sulle Agenzie e i network ad essa connessi, sulle politiche di cui si occupa, sulle opportunità di finanziamento che offre in relazione a tali politiche. Praticamente tutte sono rilevanti per chi voglia comprendere l’operato dell’Unione Europea in materie che sono direttamente o indirettamente collegate ai flussi migratori verso l’Europa:

Il sito è da fruire in inglese, paradossale (ma non troppo: è il ruolo globale degli USA, cioè un fatto di potere, a spiegare il paradosso) lingua veicolare di una Unione Europea da cui lo UK ha deciso di uscire. Le informazioni sono ben organizzate e strutturate, in modo da facilitare la navigazione e la lettura: si tratta della fonte primaria per chiunque voglia fare un passo oltre i riassunti e le schematizzazioni a fini comunicativi. Il sito contiene anche una eLibrary in cui si possono trovare video, fogli statistici e testi di approfondimento anche sui temi legati ai flussi migratori e alla loro gestione (https://ec.europa.eu/home-affairs/e-library_en)

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 1

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Anno 2017, n.1                     EUMan ECE Newsletter                     Gennaio 2017

 

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Contiene: I - Editoriale commentatoII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

 

I - Editoriale commentato

Gennaio 2017 verrà certamente ricordato sul piano globale per la presa di servizio di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America: Trump ha subito mostrato che il mix di demagogia xenofoba e neo-isolazionismo propugnati in campagna elettorale non saranno azzerati dall’assunzione effettiva delle responsabilità presidenziali. E gli europei se ne tengano per avvertiti: la Presidenza USA accelererà il disimpegno sugli scacchieri di interesse europeo, appoggerà esplicitamente i brexiters e l’euroscetticismo, sfornerà dal centro del sistema mondiale un illusorio modello di “sovranismo” che i neo-sovranisti nostrani potranno promettere di applicare anche nelle loro minuscole e obsolete case nazionali.

Ma il mondo non si è fermato a causa di Trump e il fatto stesso che dall’Europa si seguano le vicende americane a volte con un’apprensione che sembra farci pensare di essere cittadini americani è molto significativo: ci rendiamo conto del fatto che le vicende del potere pubblico negli USA influiscono sulla storia del mondo – ma invece di prendere coscienza della necessità di costruire un potere pubblico di pari ordine di grandezza, un potere europeo, ci comportiamo come sudditi curiosi, indignati ma impotenti.

Eppure non solo il mondo, ma nemmeno l’Europa è ferma. Qualcosa bolle in pentola, e dipende molto dai cittadini determinare come ne uscirà… Perciò come editoriale di questo mese vi proponiamo il commento pubblicato il 29 gennaio da Fabio Masini (professore di storia del pensiero economico a Roma Tre nonché socio fondatore di CesUE) su Formiche.net:

“Si sono riuniti ieri per la seconda volta a Lisbona i Capi di Stato e di Governo di Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna, i paesi della sponda sud della UE, tutti appartenenti alla zona euro.

La dichiarazione sulla quale hanno trovato un accordo unanime riafferma il principio che occorre maggiore, non minore integrazione in Europa, che l’uscita dalla UE non è un opzione e che servono urgentemente passi ulteriori per completare l’unione bancaria entro la prima metà del 2017, rafforzare la dimensione della solidarietà economica sociale, arrivare ad una fiscalità europea, difenderci dal terrorismo, rilanciare le prospettive delle generazioni future creando posti di lavoro, etc.

È vero che si tratta di tutte cose che ieri apparivano scontate, ed oggi un po’ meno, visto l’andazzo generale. E che quindi fa piacere leggere.

Ma dove sta la notizia? Quale sarebbe il segnale, sempre più urgente, che cittadini e imprese aspettano da quasi dieci anni per indicare quale strategia si intende percorrere per raggiungere una maggiore integrazione in Europa? Quali impegni vengono assunti dai Capi di Stato e di Governo nei confronti dei propri cittadini? Quali passi intraprendere concretamente per arginare l’euroscetticismo e l’impasse nella governance economica e politica dell’Unione? Come creare posti di lavoro, rilanciare la crescita, aumentare la coesione sociale, difenderci dalle minacce terroristiche?

Di questi argomenti concreti, cruciali per i cittadini europei, che ormai si sono scocciati delle prese di posizione fini a sé stesse, non c’è traccia nel documento.

Eppure non era così difficile: potevano concludere la dichiarazione lanciando una cooperazione rafforzata nel campo del completamento dell’Unione economica e monetaria, con la proposta di un Tesoro federale europeo, mettendo così sotto pressione la Germania e la sua area d’influenza. Potevano spiegare che solo una procedura costituente può riscrivere seriamente il modo in cui la Ue funziona, in cui vengono assunte le decisioni, per dare efficacia e legittimità democratica alla governance dell’eurozona e della UE. Avrebbero potuto pure minacciare gesti clamorosi, tipo rivolgersi ad un diverso processo d’integrazione magari rivolto al bacino del Mediterraneo, se gli altri paesi non mostreranno serie intenzioni di procedere oltre questa integrazione europea debole.

E invece nulla; semplicemente un bel documento d’intenti. Proprio quello di cui si sentiva il bisogno per rassicurare i cittadini, per invertire le aspettative delle imprese e riprendere ad investire, per garantire solidarietà e difesa dello stato sociale.

Forse non è sufficientemente chiaro. La Brexit, l’elezione di Trump che in una settimana ha smantellato tutto l’apparato di relazioni internazionali faticosamente costruito negli anni passati, la crisi dell’eurozona, le problematiche che investono la UE hanno inserito nel processo d’integrazione europea un maledetto Fattore Tempo. O si procede rapidamente verso una soluzione integrata dei problemi dei cittadini europei, costruendo una democrazia sovranazionale capace di agire, o l’Europa si troverà ad affrontare anni terribili, schiacciata dal proprio peso di gigante dai piedi d’argilla e dalle potenze limitrofe, condannata alla marginalizzazione ed alla frammentazione crescente.

Le dichiarazioni generiche, per quanto nella giusta direzione e sicuramente animate da buoni intenti, non servono a nulla e a nessuno. Non mettono pressione su chi è recalcitrante, non convincono i cittadini che devono andare a votare, non costituiscono un impegno politico. Solo con i fatti si smuovono i processi storici. E finora, di fatti, se ne continuano a vedere davvero pochi, in Europa.”

(http://formiche.net/2017/01/29/la-dichiarazione-di-lisbona/ - seguite il blog di Fabio Masini su Formiche.net!)

 

II - Le nostre iniziative

Vi ricordiamo che RAI Cultura è partner di EUMAN e all’indirizzo www.raiscuola.rai.it/euman/ e tramite i profili social network dà notizia delle nostre iniziative.

A gennaio 2017 si sono svolte:

12 gennaio, conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Sardegna presso la Mediateca del Mediterraneo di Cagliari a cura di Valentina Usai in collaborazione con lo Europe Direct Sardegna.

18 gennaio, conferenza presso il Liceo Da Vinci-Pascoli di Gallarate (VA) nell’ambito dello European Parliament Ambassador Schools programme (http://www.europarl.it/it/succede_pe/calendario_eventi/attivita_2015/iniziative_giovani/scuola_a mbasciatrice_pe.html).

20 gennaio, “Capire i fenomeni migratori contemporanei”, seconda conferenza di approfondimento presso il Liceo Candiani (Busto Arsizio, VA) nell’ambito del percorso formativo “Giornata di Consapevolezza Europea partecipativa” (slides della conferenza e altri materiali disponibili qui).

24 gennaio, conferenza presso lo IIS De Nicola di Sesto San Giovanni (MI) nell’ambito dello European Parliament Ambassador Schools programme.

25 gennaio, conferenza per il lancio del concorso “It’s EUMAN!” in Molise e Basilicata presso la Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso a cura di Tommaso Visone in collaborazione con Comune, Provincia e il Liceo Galanti di Campobasso.

31 gennaio, conferenza presso il Liceo Tenca di Milano nell’ambito dello European Parliament Ambassador Schools programme.

 

III - Per approfondire:  focus sullo EU immigration portal

La Commissione europea ha creato un portale rivolto ai cittadini non UE che intendono emigrare verso l’Unione Europea (http://ec.europa.eu/immigration/). Il portale è disponibile nelle principali lingue veicolari delle popolazioni da cui proviene la maggioranza degli immigrati odierni: arabo, francese, spagnolo, portoghese, e naturalmente inglese. Ma che utilità può avere uno strumento di informazione online, orientato a favorire l’immigrazione “legale”, di fronte a masse di persone che scappano dal loro luogo di nascita per paura o disperazione? La risposta, che a prima vista potrebbe sembrarci inattesa, è che l’utilità è elevata: sia perché dobbiamo toglierci dalla testa il pregiudizio che associa tecnologie del digitale a “paesi sviluppati” o che dissocia la nostra idea di migrante da qualunque varietà di mezzi tecnologici legati al digitale, sia anche perché tra l’Unione Europea e il singolo migrante esiste una serie di attori collettivi intermedi (associazioni non governative, istituzioni, forme di autoorganizzazione di gruppo ma anche ovviamente reti criminali di traffico umano etc.) nei confronti dei quali il portale comunica informazioni (per le reti criminali: avvertimenti) essenziali.Il portale è peraltro molto interessante anche per un cittadino europeo, perché non solo fornisce le informazioni essenziali su come sono gestiti i flussi migratori verso l’Europa ma lo fa nell’ottica di chi deve/vuole arrivare.

Il portale è organizzato in quattro aree tematiche:

  • Di cosa ho bisogno prima di partire? Chi naviga rimane un po’ spaesato accedendo a questa area perché vi trova semplicemente una carta dell’Unione Europea. Dopo il primo stupore, la logica appare immediatamente chiara: la risposta alla domanda dipende dal singolo Stato membro UE verso cui si vuole viaggiare! Ovvero, non esiste una risposta unica all’interno dell’Unione, dipende dalle legislazioni nazionali. Nella cartina i paesi sono infatti selezionabili: selezionando ad esempio l’Italia troviamo le tipologie di immigrati corrispondenti a specifici requisiti normativi nazionali e così per ogni paese;
  • Che cosa devo evitare? Questa seconda area tematica trova invece una risposta europea unitaria: come si entra nell’Unione Europea legalmente, quali rischi e quali diritti esistono per chi prova a entrare illegalmente, quali fenomeni criminali ruotano attorno ai flussi migratori e come vengono trattati all’interno dell’Unione Europea.
  • Chi fa che cosa? è invece un’area tematica che si gioca inevitabilmente tanto sul livello nazionale quanto su quello europeo. Qui si trovano chiariti i ruoli specifici dell’Unione Europea rispetto a quelli svolti dagli Stati nazionali (secondo le competenze conferite alla prima dai secondi, non dimentichiamocelo mai!) ma anche le linee di sviluppo di una politica migratoria dell’Unione che si sta rapidamente evolvendo.
  • La quarta ed ultima area tematica è un utile motore di ricerca di contatti locali specifici di associazioni ed enti che si occupano di immigrazione e che possono fornire informazioni, supporto, consulenza su casi specifici e individuali.

Da un punto di vista didattico questo portale (che comporta peraltro l’esercizio di competenze linguistiche in inglese o una delle altre lingue disponibili) fornisce un ottimo spunto per un’attività che stimola ad immedesimarsi nel punto di vista altrui – chi desidera entrare o è costretto a fuggire verso l’UE – per acquisire conoscenze che parrebbero altrimenti fredde e tecniche nel comodo punto di vista di chi è già qui. Provate ad esempio a distribuire ciascuna delle tre principali aree tematiche a un gruppo di studenti, chiedete loro di mettersi nei panni di chi le fruisce perché ne ha un bisogno urgente e concreto (a ciascun gruppo un bisogno specifico: rifugio da pericolo di morte e persecuzione, fuga da una guerra civile, desiderio di sicurezza economico-sociale) e di inscenare davanti ai compagni una discussione di gruppo in cui le informazioni trovate diventano oggetto di dialogo per programmare il viaggio. Starà poi a voi e al gruppo classe nel suo complesso estrapolare quali di queste informazioni vale la pena sottolineare come particolarmente importanti in un’ottica di educazione alla cittadinanza attiva europea.

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EUMAN  ECE  NEWS  -  2017, 3

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Anno 2017, n.3                     EUMan ECE Newsletter                     Marzo 2017

 

Collegamento a EUMAN Sito

Contiene: I - EditorialeII - Le nostre iniziativeIII - Per approfondire

PARTECIPATE AL BANDO "IT'S EUMAN" IN SCADENZA IL 9 MAGGIO

per info    www.cesue.eu    e     This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

I - Editoriale: l'Europa riparta da Roma

 

colosseo proiettato

Il rilancio del processo di unificazione europea può prendere le mosse da quanto accaduto a Roma lo scorso 25 marzo. Non tanto dalla Dichiarazione di Roma dei 27, che è un compromesso al ribasso, per quanto sia stato importante non rovinare le celebrazioni dei Trattati con una Dichiarazione senza le firme di alcuni Paesi. È stata un’unità di facciata, come mostra la posizione del Gruppo di Visegrád espressa dopo soli due giorni, che contesta l’idea di legare l’erogazione dei fondi strutturali al rispetto delle decisioni dell’UE anche in tema di asilo e ripartizione di rifugiati. Ma si sapeva. Se ci fosse un’unità di sostanza – che storicamente non si è mai avuta – non ci sarebbe bisogno delle più velocità, che è invece lo strumento che è sempre stato necessario per andare avanti: vale per Schengen, l’Euro, la Carta sociale, la Carta dei diritti, il Meccanismo Europeo di Stabilità e l’elenco potrebbe allungarsi.

La vera novità a Roma – e in diverse altre città europee – è stata che i cittadini sono scesi in piazza pacificamente e allegramente per chiedere una maggiore integrazione. La Marcia per l’Europa ha avuto luogo a Roma, Londra, Berlino, Varsavia e altre città. Complessivamente oltre 150.000 cittadini europei sono scesi in piazza a favore dell’Unione e del rilancio dell’integrazione. La maggioranza silenziosa per una volta ha scelto di farsi sentire. A Roma il successo straordinario – e per molti inaspettato, anche alla luce della campagna mediatica che invitava la gente a stare a casa per timore di violenze in città – della Marcia per l’Europa si scontra con il fiasco delle manifestazioni sovraniste. Complessivamente alle due marce europeiste c’era circa il triplo delle persone di quelle nazionaliste. È indicativo. Il clima sta cambiando.

L’Europa diventa la frattura politica fondamentale e i cittadini si schierano per l’Europa. Perfino Marine Le Pen è costretta a togliere la Frexit, l’uscita della Francia dall’UE, dai temi della sua campagna, per poter sperare di vincere. Mentre il candidato più esplicitamente europeista, Macron, continua a crescere nei sondaggi. Perfino i nazionalisti al potere in Ungheria e Polonia criticano l’UE, ma non si sognano minimamente di proporre di uscirne: sarebbe un suicidio politico che li porterebbe fuori dal governo alla prima occasione.

Come spesso accade, il ventre molle d’Europa è l’Italia. In cui il M5S continua ad avere una posizione ambigua sull’Europa nascondendosi dietro proposte impossibili come il referendum sull’uscita dall’Euro. Da un lato la Costituzione vieta i referendum sui Trattati internazionali e la nostra partecipazione all’Unione monetaria deriva dal Trattato di Maastricht. Dall’altro l’Unione monetaria è irreversibile. Si può uscire dall’UE (ma il 75% del nostro commercio è nel quadro dell’UE), come il Regno Unito, non dall’Euro. Tralasciando che l’uscita dall’Euro sarebbe una sorta di suicidio politico ed economico. Basta ricordare le immagini di quanto accaduto in Grecia nell’estate di due anni fa, quando sembrava che la Grecia potesse uscire dall’Euro. Nessuna persona dotata di buon senso può voler seguire quella strada. Che infatti è il cavallo di battaglia della Lega e dell’estrema destra, che la pongono come condizione per qualunque alleanza. Ciò ha portato Berlusconi e Forza Italia al sofismo della doppia moneta: stare nell’Euro, per rimanere nel Partito Popolare Europeo con la Merkel, ma inventarsi anche una moneta parallela, per potersi alleare con Salvini e Meloni. Peccato che i sofismi si scontrino con la realtà e l’idea della doppia moneta non stia in piedi da nessun punto di vista, né politico né economico.

Resta il fatto che se Salvini e Grillo insieme dovessero raggiungere il 50%+1 dei parlamentari l’Italia probabilmente uscirebbe dall’UE – la cornice e la condizione del suo sviluppo economico e del suo consolidamento democratico nel secondo dopoguerra – senza nemmeno averne discusso in modo serio. Il PD avrebbe tutto l’interesse a fare dell’Europa il tema centrale della campagna elettorale, ma è troppo diviso per alzare lo sguardo oltre le sue beghe interne. Così, a causa della debolezza e dell’incapacità di alzare lo sguardo da parte delle sue élites politiche, l’Italia si ritrova ad essere anch’essa l’ago della bilancia, e non solo in virtù delle dimensioni del suo debito pubblico.

La partita sul futuro dell’Europa non si gioca in Germania, dove comunque vincerà una forza europeista, che si tratti della CDU della Merkel o della SPD di Schulz, e in cui la presenza di un candidato fortemente europeista come Schulz contribuirà a spostare in avanti la disponibilità anche della Merkel ad approfondire l’integrazione. Il terreno fondamentale saranno le elezioni in Francia e Italia. Se vinceranno le forze nazionaliste la disgregazione dell’UE potenzialmente avviata con la Brexit potrà inverarsi. Se vinceranno le forze europeiste si aprirà una finestra di possibilità per decisioni storiche sul completamento dell’unione economica e monetaria, sulla creazione di una difesa europea, e di un apparato europeo per la sicurezza interna, per il contrasto al terrorismo e il controllo delle frontiere.

Il successo della Marcia per l’Europa nelle varie città mostra che se le leadership politiche sapranno prendere l’iniziativa c’è un bacino di consenso per l’Europa che può mobilitarsi e sostenerle. La vera battaglia per l’Europa è cominciata. L’essenziale è non farsi distrarre da ciò che non è essenziale, come la Brexit, che è la priorità del Regno Unito, ma non può esserlo per l’Unione. L’UE, la sua classe politica e i suoi cittadini devono concentrarsi sulle riforme necessarie a far funzionare l’Unione e metterla in grado di rilanciare l’economica e l’occupazione nel quadro della transizione alla Green economy, di affrontare le crisi geopolitiche tutto intorno all’Europa e stabilizzare l’area di vicinato, di gestire i flussi di rifugiati e migranti che quelle crisi alimentano, di difendere i valori e gli interessi europei nel quadro del riassetto in corso dell’ordine mondiale.

L’Europa è il terreno delle grandi sfide, e dello sguardo lungo, contro la veduta corta che attanaglia le classi politiche nazionali. I cittadini europei hanno iniziato a schierarsi, con e per l’Europa.

@ Roberto Castaldi - http://castaldi.blogautore.espresso.repubblica.it/

Per la galleria di foto delle videoproiezioni che Daniela Martinelli e Francesco Pigozzo hanno organizzato sul Colosseo nella sera del 24 marzo per il Movimento Federalista Europeo si veda al seguente link: https://www.flickr.com/photos/153191816@N05/albums/

 

II - Le nostre iniziative

Vi ricordiamo che RAI Cultura è partner di EUMAN e all’indirizzo www.raiscuola.rai.it/euman/ e tramite i profili social network dà notizia delle nostre iniziative.

A Marzo 2017 si sono svolte:

2, 10 e 20 marzo, conferenze “It’s EUMAN!” a Genova dei dott. Giorgio Grimaldi e Francesco Pigozzo, presso il Liceo Gobetti, per Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.

4 marzo, conferenza “It’s EUMAN!” del dott. Tommaso Visone a Bari in collaborazione con lo Europe Direct Bari (istituto ospitante Liceo De Nittis Pascali) per Puglia e Basilicata.

7 marzo, conferenza “It’s EUMAN!” del dott. Tommaso Visone a Roma in collaborazione con lo Europe Direct Roma (istituto ospitante Liceo Rossi) per Lazio e Umbria.

13 marzo, a Busto Arsizio l’ultimo dei tre incontri di approfondimento per gli studenti del Liceo Candiani. Tema: “Migration. Una priorità della Commissione europea”, a cura di Francesco Pigozzo.

21 marzo, conferenza “It’s EUMAN!” del dott. Francesco Pigozzo a Bologna in collaborazione con l’Ufficio d’Informazione del Parlamento europeo di Milano, presso l’Istituto d’Arte di Bologna la conferenza per l’ Emilia-Romagna.

27 marzo, onferenza “It’s EUMAN!” del dott. Francesco Pigozzo a Venezia in collaborazione con lo Europe Direct Venezia, presso il Cinema Dante di Mestre e con la collaborazione del Liceo Marco Polo di Venezia per Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Proiezione della nuova versione filmica di “Europa: che Passione! Storia di un amore tormentato” per la regia di Daniela Martinelli e Claudia Cipriani

 

III - Per approfondire: intervento a Punto Europa di RAI Parlamento

Francesco Pigozzo è intervenuto nella trasmissione Punto Europa curata dalla redazione di RAI Parlamento e andata in onda su RAI 2 il 1° aprile 2017 : temi principali affrontati, gli eventi di Roma 25 marzo, la Brexit, la solidarietà in campo di Politiche sull’immigrazione. La puntata è visionabile al seguente link: http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-15d10e5c-d5ef-4136-87fbd3205d822a81.html#p=

 

Per ogni informazione scrivete a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

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FOR A EUROPEAN CONSTITUENT MOMENT

 

Appeal to the European Council to call a Convention to reform the EU

 

All European citizens are invited to sign this appeal that just in a few days of confidential circulation was signed by more than 150 personalities from academia, civil society, business community, of different political views and from all over the EU, and even outside, some of them with institutional experience.

 

Read and sign the appeal